Toska Xhuli. Prostituta. Albanese. 24 anni. Picchiata a sangue. Perché?

Ci sono tre cose che si giustificano con il loro persistere nel tempo e nella storia dell’umanità: la droga, la guerra e la prostituzione. Le guerre esistono da sempre, le persone da sempre usano le droghe, per non parlare della prostituzione: il mestiere più antico del mondo.

Un volta ho visto un servizio alle Iene su una tizia che a un certo punto, ragazza madre e povera donna, aveva deciso di svoltare la sua vita pubblicando il suo numero di telefono su un giornaletto qualsiasi, di questi dove i disperati vanno a cercare un rimedio “naturale” per smaltire l’ansia e la noia delle loro giornate. La ragazza avrebbe guadagnato, con mezzora, quanto si sarebbe racimolato con una settimana a fare le pulizie. Altro che giustizia e moralità, qua bisogna campare mio figlio, diceva la ragazza. Aveva la mia stessa età, la pelle ancora un po’ morbida e chiara. Aveva paura, era imbarazzata, quando nella sua stanza, quella dove ogni notte raccoglieva qualche speranze nei suoi sogni, aspettava che il suo primo cliente arrivasse.

Stanotte tornando a casa, le strade di Montesilvano Marina erano accese di lucciole. Ragazze da tutto il mondo, gambe lunghissime e vestiti brillanti, labbra rosse e capelli dello stesso colore. Esco dal lavoro verso le 2.30, quando loro sono in pieno servizio.

Qualcuno si ferma a chiedere il prezzo, molti vanno via prima che loro rispondano, altri sfuggono appena intravedono in lontananza le luci dei fari della mia macchina avvicinarsi. Si vergognano, hanno paura che qualcuno li scopra, che qualcuno gli legga nel viso la faccia da animali che gli viene ogni volta che sono costretti a pagare per godere un po’ di quella che dovrebbe essere la cosa più naturale al mondo. Insomma, perché nei film sembra tutto così facile, l’amore, la vita, la passione, viverle serenamente e con gioia, e invece nella realtà appena mi avvicino a mia moglie scappa via come se puzzassi o come se potessi appestarla solo a sfiorarla. È questo quello che pensano, è questo quello che gli si legge in faccia e che loro non vorrebbero confessare mai, rabbia mista a delusione.

Ieri sera avevo dimenticato l’accendino a casa, e avevo terribilmente voglia di fumare dopo una dura serata di lavoro. Mi fermo per chiedere a una di loro se mi fa accendere. Ha, più o meno, la mia età. Gli occhi scuriti da strane cicatrici. La cosa che mi stupisce di più è che ha le mani consumate delle contadine. Chi sa da dove viene questa ragazza, e perché nessuno la protegge, perché nessuno si chiede dov’è e cosa sta facendo, perché nessuno la viene a prendere per riportarla a casa. È felice quando si avvicina per farmi accendere. Io, una normale, una che sta dall’altra parte, una che sul viso  non ha cicatrici, mi avvicino a lei per chiederle, semplicemente: bella mi fai accendere?

Sono ripartita con la macchina e l’ho guardata un’ultima volta prima di andare via, salutandola con una sorriso e dicendole: ciao cara. Ingrano la prima e parto. Percorro il lungomare Nord di Montesilvano. Ce ne sono forse una decina, in servizio in quel momento. Le guardo scorrere di là dal mio finestrino come mille vite perse, come rose calpestate da passanti distratti e ubriachi.

Toska Xhuli ha 24 anni. È albanese, e di lavoro fa la prostituta, è stata picchiata a sangue da un ragazzo che è quasi un suo coetaneo, Emerson D’Esposito, 28 anni. Ora la ragazza è ricoverata in gravi condizioni, con perforazione del polmone, spappolamento della milza, lesioni interne varie, trauma cranico facciale ed ecchimosi e contusioni multiple. L’ha massacrata di botte, una sua coetanea, potrebbe avere l’età della sua prima fidanzata, lo sguardo della ragazza che ha amato per la prima volta e che non lo ha mai contraccambiato, gli occhi smarriti di sua sorella quando non sa cosa sta facendo.

Questo è successo a Napoli. Questa notte io andrò a fare la cameriera e quando tornerò a casa le guarderò tutte brillare piccole lucciole senza nome, appese anzi sospese su quei marciapiedi di Montesilvano Marina, prima che qualcuno, poco più grande di loro, le massacrerà di botte mentre scaccia dalla testa l’eco lontana di qualcosa che già non si riesce a ricordare.

René Art Novel

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