Ciao Vittoria

Faccio una premessa: i necrologi non mi piacciono. Per questo spero che questo che sto scrivendo non risulti un necrologio.

Una volta, chi ha letto Sostiene Pereira lo sa, i necrologi si scrivevano in anticipo. Ossia, quando si sapeva che un personaggio famoso stava morendo, si scrivevano una serie di necrologi che poi potevano essere usati nella triste occorrenza. Questa cosa, ovviamente, nel giornalismo, soprattutto quello televisivo, si fa ancora. Ma io non lavoro in nessuna redazione, e forse, anzi sicuramente, quel che faccio non può essere considerato certamente un lavoro: nessuno mi paga e non ho responsabilità.

In ogni caso, quando ieri ho letto che è morta Vittoria Ottolenghi, il più grande critico di balletto esistito in Italia, ho pensato: voglio ricordarla nel mio piccolo spazio da blogger.

Vittoria OttolenghiForse qualcuno tra i miei lettori, e tutte le persone che mi conoscono, sanno che ho studiato danza per molti anni. Volevo fare la ballerina, come molte bambine, ma a differenza di molte bambine che volevano fare le ballerine, io trascorrevo intere giornate, in inverno e in estate, al caldo e al freddo, intere giornate per anni e anni a fare esercizi di danza. Era il mio sogno più grande, danzare per sempre. Poi ho scoperto, in realtà lo sapevo ma a 12 o 13 anni è difficile avere un rapporto così razionale col proprio corpo, insomma ho scoperto di non essere assolutamente portata per la danza classica, avendo la anche poco ruotate. Ovviamente a quel punto nella mia vita è esplodo il dramma, ma poi è passata, e ora sono un’amante indiscussa del balletto, e di tutti quegli anni mi è rimasto un vizio, come una deformazione che si è impiantata nel mio orecchio: ogni volta che ascolto una musica, io non posso fare a meno di pensare a una coreografia. Oggi, ogni volta che parte una nota, io non posso fare a meno di danzarla.

Ad ogni modo, saluto Vittoria con grande affetto. Anche se non l’ho mai conosciuta, ma in qualche modo è come se l’avessi conosciuta. Vittoria Ottolenghi, infatti, quando ancora non esisteva youtube, conduceva un programma il sabato mattina alle 10.30, “Maratona d’estate”, in cui si parlava di danza e venivano trasmessi balletti. Per tutti gli amanti di danza era un appuntamento che non si poteva perdere assolutamente.

Vittoria ha scoperto tantissimi talenti, e parlava della danza come pochi hanno saputo fare. Amava Raffaele Paganini, perché non si lasciava piegare dalla rigidità della danza, parlandone lo rimproverava nascondendo un sorriso di approvazione e di comprensione. Grazie Vittoria per il tuo impegno, e per aver diffuso la cultura della danza tra i canali televisivi. Accadeva all’incirca dieci anni fa. Chissà se ora sarebbe ancora possibile, parlare di cultura, di sabato mattina, in piena estate, chissà cosa ne penserebbe la biondona della cucina di cui ora, scusate, non ricordo nemmeno il nome…

René Art Novel

2 thoughts on “Ciao Vittoria

  1. Ho conosciuto Vittoria Ottolenghi alcuni anni fa, quando mi chiamò per propormi di scrivere un libro dedicato al travestitismo nel mondo dello spettacolo con la sua consulenza poichè le condizioni di salute erano già abbastanza precarie. La incontrai nella sua casa romana a pochi metri da Piazza Venezia e ci rivedemmo più volte finchè il libro – In scena en travesti – venne pubblicato.
    A volte, anche di sera tardi, mi telefonava per comunicarmi una notizia o un ricordo importante appena venutole in mente e che poteva essere utile nel libro.
    Era una donna di energia straordinaria, grande cultura e profonda umanità anche se nascosta da un carattere solo a prima vista duro e severo. Una gran signora, insomma, che proprio per questo non avrà grandi spazi nei ricordi ufficiali oggi troppo spesso riservati a gente di poco conto e nessuno spessore.
    Grazie di cuore per averla ricordata in questo blog.
    Andrea Jelardi

    • Grazie a te per avermi regalato questo breve spezzone della sua vita privata.
      Per me Vittoria Ottolenghi era un mito vero e proprio. Conservo tutte le puntate in VHS di Maratona D’Estate…

      René Art Novel

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