“Largo all’eros alato”

Andrea

Andrea

Oggi è la festa della donna.

Riguardo l’origine di questa festa ci sono diverse ipotesi. C’è chi dice che il giorno della festa della donna fu festeggiato la prima volta negli Stati Uniti, l’8 marzo del 1908, a seguito di un evento drammatico, l’incendio dell’industria tessile Cotton di New York, che provocò la morte di molte donne.

Wikipedia parla di questo evento come di un rogo.

Altri invece sostengono che questa storia sia una bufala, e che in realtà questa giornata sia legata all’ingresso delle donne nella politica comunista, come racconta il sito di informazione “Qualcosa di sinistra”. A proposito vi consiglio di leggere l’articolo che riporta tutte le notizie a proposito seguendo il link:  http://www.qualcosadisinistra.it/2013/03/08/8-marzo-sai-davvero-cosa-festeggi/

Io non sono uno storico, non so dirvi qual’è la verità. Quello che so è che a volte la festa della donna viene festeggiata in maniera molto triste. Come se fosse un appuntamento pronto a raccogliere le castrazioni delle donne di oggi, riunite nella ridicola euforia di dimostrare al mondo di essere libere, finalmente, di poter sfogare ansie e frustrazioni represse. Ma la femminilità, mie care, è veramente tutta un’altra cosa. E l’identità di una donna è molto lontana da quel che spesso si crede.

C’è un libro scritto da Alexandra Kollontaj. Si intitola “Largo all’eros alato”. La scrittrice è vissuta nei primi anni ’30 del secolo in piena Russia leninista. Tra le pagine del libro c’è un passaggio in cui scrive:

Se, nei rapporti d’amore, la passione cieca, assorbente, esigente, perde vigore, se il sentimento di proprietà ed il desiderio egoista di vincolare a sé «per sempre» l’essere amato deperiscono, se la prepotenza maschile e la mostruosa rinuncia della donna al proprio io scompaiono, si assisterà allo sviluppo di altri preziosi aspetti dell’amore: il rafforzamento del rispetto della personalità dell’altro, la attitudine a prendere in considerazione i suoi diritti, lo sviluppo della comprensione reciproca, la crescita dell’aspirazione ad esprimere l’amore non solo con i baci e le carezze, ma anche con l’azione congiunta, con l’unità delle volontà, con la comune opera creativa.

Il compito dell’ideologia proletaria non è quello di scacciare Eros dai rapporti sociali, ma solamente quello di riempire la sua faretra di frecce di nuova tempra, di educare il sentimento dell’amore tra i sessi nello spirito della nuova grande forza psichica: la solidarietà fra compagni.

Per queste parole e altre ancora la Kollontaj fu allontanata dal partito comunista e fatta esiliare.

Vorrei concludere questo mio pensiero sulla festa delle donne con qualche parola a proposito dell’immagine con la quale ho deciso di accompagnare il mio articolo. Si tratta di un quadro, molto bello, dipinto da un artista di Pineto (TE).  SI tratta di Mirco D’Ezio. Questo quadro si intitola “Andrea”. È il secondo nome della sua ex ragazza.  Il secondo nome è quello che non si pronuncia mai. “Mi sono ispirato alla sua linea”, racconta il pittore. La linea del corpo di una donna è come  l’infinito, ossia come ciò che non si finisce mai di scoprire.

Tanti auguri a tutte le donne, e alle loro splendide linee, e auguri a tutti gli uomini affinché di quelle linee non si stanchino mai.

René Art Novel

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